Navata destra

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La prima statua entrando nella navata destra raffigura San Giovanni Battista. Fu commissionata nel 1525 da Giovan Giacomo Campagna, di cui ricorre lo stemma sulla base. Fu eseguita da Antonello Gagini. Salvatasi nel terremoto del 1908, rimase indenne nell’incendio del 1943 e in seguito fu restaurata.

Lungo la navata si incontrano altre sei cappelle degli Apostoli: San Giuda Taddeo, opera di M.M Lazzaro; San Matteo, opera di G. Ciocchetti; San Giacomo Minore, di B. Poidimani; San Tommaso, di A. Selva; San Giacomo Maggiore, di E. Tadolini e San Paolo, di P. Canonica.

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Sotto la settima arcata si trova il pulpito, copia fedele dell’originale, attribuito ad Andrea Calamech, sec. XVI; notevolmente danneggiato nel terremoto del 1908, fu interamente distrutto nella seconda guerra mondiale. A forma di calice presenta nel fusto una ricca decorazione a candelabre; sopra di esso nel capitello sono scolpite a rilievo le quattro teste degli eresiarchi: Maometto, Zwingli, Calvino e Lutero. Il pergamo di forma ottagonale è decorato da otto bassorilievi raffiguranti le Virtù Teologali, il Cristo Benedicente e i quattro Evangelisti.

Attraverso un portone di legno si accede all’atrio sud. Il portale gotico marmoreo presenta nella lunetta la statua di San Giacomo, in ceramica invetriata, opera di Mario Lucerna, sec. XX. Alle pareti, quattro bassorilievi, provenienti dalle antiche cappelle dell’apostolato, raffigurano episodi della vita di San Paolo, San Tommaso, San Giacomo Minore e San Giuda Taddeo.

cinque-arcivDall’atrio attraverso un portale marmoreo del 1498 si accede al Museo del Tesoro del Duomo.

La collezione esposta consta di circa 400 opere in argento oro e pietre preziose, tra cui la secentesca Manta d’oro della Madonna della Lettera, realizzata da Innocenzo Mangani nel 1668, in oro finemente cesellato, impreziosita da centinaia di gioielli.

Proseguendo lungo la navata si incontra il monumento dei cinque arcivescovi; inizialmente eretto per ospitare il corpo dell’Arcivescovo Iacopo Tudeschi, nel XVII secolo, accolse anche i resti di altri quattro arcivescovi, di cui una lapide riferisce i nomi.
La struttura è gotica, presenta archetti trilobati a sesto acuto sostenuti da colonnine con capitelli diversi, provenienti da monumenti preesistenti.

Di fronte è visibile uno dei due confessionali realizzati in legno intarsiato da Giuseppe Mangano nel 1955, su disegno di Adolfo Romano.