Sala II – Manta d’oro

La seconda sala è dedicata alle opere che sono legate alla Madonna della Lettera, tra cui l’opera più importante del Museo: la Manta d’oro.

La preziosissima opera fu commissionata dal Senato Messinese il 29 aprile del 1659, all’orafo e scultore fiorentino Innocenzo Mangani, che vi lavorò dal 1661 al 1668. Alla sua realizzazione contribuì anche l’argentiere messinese Giovan Gregorio Juvarra.

manta-nuova-fondo-bluPer la sua realizzazione fu imposta una tassa di dodici tarì sugli studenti laureandi dell’università, per l’importo totale di 30.000 scudi. La manta fu realizzata al fine di coprire, secondo la tradizione bizantina, l’immagine sacra raffigurante la Madonna della Lettera, che si trova sull’altare maggiore della Cattedrale, utilizzo che viene ancora oggi fatto il tre giugno, festa della patrona.

L’opera è formata da due parti sovrapposte: la parte in rame, che funge da supporto, e la parte visibile, in oro finemente cesellato e sbalzato in modo da riprodurre due tessuti secenteschi, quali un damasco e due broccati. L’abilità del cesellatore è tale da rappresentare la trama dei tessuti con la morbidezza tipica della stoffa, riproducendone le pieghe, il senso della prospettiva e i particolari del ricamo. La manta fu ornata, nel corso dei secoli, da gioielli, gemme, smalti e preziosi, donati da regine, principi, nobili, arcivescovi, in segno di devozione e ringraziamento alla Madonna della Lettera.

La corona della Vergine, con terminazioni a giglio, è un vero capolavoro di oreficeria, dove monili, gemme, smalti, oro e perle sono sapientemente incastonati. Il volto della Vergine e i bordi delle vesti sono sottolineati dalla presenza di catene in oro, smalti siciliani e gemme che la impreziosiscono. Dal collo della Madonna pende un grosso collare col toson d’oro a cui è agganciato un piccolo ciondolo composto da una perla a forma di pecorella del Canonico Decano Don Alberto Arenaprimo, XVIII sec.

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A sinistra, sulla spalla della Vergine, una bellissima gioia a forma di ramo fiorito, decorata da 334 diamanti e 95 smeraldi, donata nel 1695 dalla duchessa di Uzeda, moglie del Vicerè di Sicilia; poco più in basso, una margherita di brillanti donata dalla regina Margherita di Savoia, prima regina d’Italia, venuta a Messina nel 1881. Di pregevole fattura anche una spilla a forma di farfalla, decorata con diamanti a tavoletta, sec. XVII.

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Sul petto della Madonna, una grande decorazione, detta “pettiglia”, formata da circa 722 diamanti, donata dalla Marchesa di Geraci nel 1714 per la guarigione del figlio.

Sul petto del Bambino, una croce pettorale decorata con smeraldi e brillanti, appartenuta all’arcivescovo Angelo Paino, XX sec.

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Di straordinaria fattura anche due medaglioni con decorazioni a smalto. Uno dei due raffigura San Giovannino, in una cornice di rubini e diamanti, opera dell’orafo messinese Giuseppe Bruno, sec. XVII. L’altro posto sotto la manica della Vergine, decorato in filigrana d’oro, raffigura a smalto la Madonna della Lettera; dalla filigrana pende una perla scaramazza. Sec. XVII.

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Nelle vetrine laterali,  sono esposti 60 gioielli donati in devozione alla Madonna della Lettera, nel corso dei secoli.

Tra le donazioni, alcune croci appartenute a Cavalieri dell’Ordine Gerosolimitano di Malta. Al centro della vetrina due grandi medaglioni raffigurano la Madonna della Lettera; il primo, realizzato in argento dorato da Antonino Donia nel 1629, ha forma quadrilobata e presenta al centro l’effigie della Madonna della Lettera; il secondo medaglione, in oro e diamanti a tavoletta, realizzato in occasione della festa della Madonna della Lettera del 1672, raffigura la Vergine con il Bambino e un coro di angeli.

Di particolare pregio, le spille a forma di ramo fiorito, in oro, decorate a smalto e con pietre preziose, quali diamanti, perle, turchesi, rubini e smeraldi, (sec. XVII).

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Nella stessa vetrina, orecchini decorati con diamanti o perle, del XIX secolo. Di particolare interesse un pendente in cristallo di rocca e filigrana d’oro, scolpito a forma di cranio, del XVIII secolo. La donazione più recente è invece una parure, composta da un collier di brillanti e da due orecchini decorati con smeraldi a goccia e cornice di brillanti, dono della Marchesa Michelina Carrozza di San Leonardo nel 1980.

Nella vetrina di fronte alla Manta d’oro, a sinistra sono esposti anelli vescovili e canonicali appartenuti a prelati messinesi, tra cui l’anello appartenuto all’Arcivescovo Fasola, decorato da un’ametista incorniciata da rubini, del sec. XX.

Attraverso una moderna scala in acciaio si giunge al primo piano dove si trovano altre due sale espositive.